<note important>meta todo: rivedere tutte le parti dove (specie io, atrent) usiamo toni ironico-sarcastici per togliere un po' di patina polemica ideologic-opinabile al tutto </note>
<note important>poi pubblicarlo via http://www.lulu.com</note>
<note important>latex http://donaldmerand.com/code/2011/07/18/dokuwiki-to-latex-converter.html</note>
rendere disponibile una versione scaricabie (zip) dei dati scaricati dall'ARPA nel corso degli anni
Argomenti da inserire o cose da modificare in nuove versioni del libro
Segnare con alcuni “+” il peso dei vari argomenti, un maggior numero di “+” significa priorità più alta, evadere prima. Ho diviso in sezioni, eventualmente ordinare gli item per priorità nelle varie sezioni.
http://lifehacker.com/how-to-train-your-mind-to-think-critically-and-form-you-1516998286
copincollo note Bosari da flame con d'amico
Luca Bosari Mi risulta molto, molto difficile credere che qualcuno misuri una media annuale di PM10 oltre 130ug. Ancor di più, se si legge che la provenienza dei dati è univoca, cioè dalle centraline Arpa. E siccome il medesimo dato numerico lo scarichiamo da anni su motocivismo (senza interpretazioni) ed è a cavallo dei 50ug/m3, mi fa pensare che si tratti di una “rielaborazione”. Ancora una volta, sottolineo che le centraline italiane sono irregolari (protocollo EEC 2005/0183) e finchè il sistema non sarà conforme alle direttive, cioè capace di identificare le fonti diverse (antropiche e naturali) di PMx, tutti questi discorsi lasciano il tempo che trovano. Ah, a proposito dei link: ti tocca leggere la mia “opera omnia” per trovarli. Come ti ho già scritto altre volte, ogni autunno appare qualche nuovo pasdaran affamato di link su internet (quasi che nulla fosse reale, se non fosse condiviso in rete) e per me diventa noioso rifare la trafila ogni volta (solo perchè a qualcuno non va bene motocivismo come fonte). Sono dati che qualsiasi studente di chimica del secondo anno conosce, eh. Magari perchè, oltre al web, ha letto anche qualche libro.
Luca Bosari Lo dici tu, ogni 3 messaggi. E si, le medie hanno senso e sono quelle che definiscono la norma. Io (ed altri) stiamo ripetendo che: nel '68, nell'aria di Milano, si rilevavano mediamente oltre 450ug/m3 di polveri. Nel '78, ancora, quasi 200ug/m3 medi di polveri (eppure le auto a gasolio, ancora non circolavano). Oggi abbiamo intorno ai 50ug/m3 medi di polveri (e le auto a gasolio sono la metà più qualcosa del parco circolante). Vero che l'inquinamento va tenuto sotto controllo; falso, che sia un'emergenza sanitaria. Nessuno studio può correlare insorgenza di patologie respiratorie o cardiocircolatorie con i livelli di inquinamento cittadini presenti in Italia. Veronesi, Aiuti ed altri medici (anche dell'ISDE) considerano lo smog relegato intorno al 2-3% delle probabili (sottolineo, probabili) cause di patologie, quando fumo e cattive abitudini alimentari ne rappresentano insieme il 75%. La ASL Milano pubblica rapporti in cui si evidenzia la diminuzione di ricoveri, patologie, decessi, per cause cardiocircolatorie e respiratorie. Peccato che alcune minoranze militanti pseudoecologiste alimentino continuamente, con varie mistificazioni ideologiche, il livore contro automobili e moto, che alcuni vorrebbero bandire dal mondo civile in quanto a loro invise. Non è chiaro se ne vorrebbero bandire la presenza, mantenendone allo stesso tempo la contribuzione, pari al 17% del bilancio annuale dello stato. http://pubs.healtheffects.org/view.php?id=358
Luca Bosari Aggiungo: Legge 615 del 1966, sulle emissioni impianti termici e industriali in atmosfera, da fare rispettare. Asfalti in grado di intrappolare polveri (mi pare siano in test a Malpensa, sono sul mercato da parecchio tempo). Lavaggio strade notturno con autobotti (non autospazzole) per aiutare a trascinare via il pulviscolo accumulato (e che il giorno dopo si rialzerebbe al passaggio dei mezzi di trasporto). Misurare selettivamente le polveri: ce ne sono di origine naturale ed antropica, ed anche quelle antropiche non sono tutte necessariamente nocive. Anche la UE dice di “distinguere”: altri paesi lo fanno, noi no. La lotta all'inquinamento è cosa nobile e giusta, la caccia alle streghe, l'allarmismo ingiustificato e la demagogia di interventi tipo blocco del traffico spot o riduzione della velocità in tangenziale invece no.
Luca Bosari Prevenendo la (possibile) citazione di uno studio ARPA di diversi anni fa, che si basa su dati vecchi (2003), avviso che lo stesso è smentito dalla statistica (statistica, non studio), relativa agli anni 2000, pubblicata da ASL Milano (2010) relativamente a ricoveri/patologie/mortalità (lo cita anche il corriere nell'articolo linkato sopra). Detto studio, in ogni caso, avverte che molti componenti del PM10 sono solo “sospetti”, in quanto la loro eventuale tossicità è nota solo a concentrazioni assai più elevate di quelle che si riscontrano nell'aria di Milano. E' però impreciso per quanto riguarda la composizione delle polveri, e ammette (sta in una delle ultime slide) di non poter determinare quali siano, esattamente, le fonti del PM10.
In questo posso portare qualche - noiosa - informazione, tratta dai lavori del professor Lenz della Università di Vienna, che da molti anni si occupa d’inquinamento. Per prima cosa bisogna scorporare dalla misura delle polveri tutto ciò che è stato prodotto dalla natura, su cui è superfluo o impossibile o inutile intervenire: in particolare, le piante dei parchi di una grande città possono disperdere, in certe stagioni, pollini, oli (terpeni) e altro pulviscolo che in totale possono raggiungere il 35-40% delle polveri captate da una centralina.
Fatta questa operazione, ciò che rimane é diviso in tre fette:
il 47% è costituito da polveri che provengono dall’esterno della città;
il 27% da sorgenti interne alla città;
il 26% è prodotto dal traffico nei dintorni della centralina.
Molto interessante è una distinzione essenziale fra i due modi di produrre poveri da parte del traffico: dal tubo di scarico e dalle ruote. All’interno della città queste due fonti sono equivalenti, mentre dalle tangenziali esterne proviene soprattutto PM10 emesso dai tubi di scarico dei veicoli industriali. I pneumatici contribuiscono a produrre e a sollevare una frazione rilevante di polveri che deriva dall’abrasione dell'asfalto, dall’usura dei pneumatici, dall’usura delle pastiglie. Sono tutte particelle che rimangono a galleggiare nell’aria per diverse ore e quando si depositano sulle strade – se non piove per molto tempo – vi rimangono a lungo e possono venir risollevate dopo alcuni giorni da altri veicoli. Per esempio, dai mezzi pubblici, quando vige il blocco per il traffico privato. Complessivamente, l’industria, le centrali termiche e il riscaldamento domestico (all’interno e all’esterno della città) hanno una responsabilità pari al 33%, ma questa è una media annuale destinata a subire un incremento di circa 10 punti percentuali durante la stagione invernale. Il traffico esterno alla città incide complessivamente per l’8%; quello interno alla città vale il 15% (fra pneumatici e tubo di scarico); mentre il traffico che si svolge nelle vicinanze della centralina produce l’11% delle polveri dagli scarichi e il 15 dai pneumatici. In totale, come abbiamo visto, vale il 26% del totale.
Ebbene, se consideriamo pari a 100 questa frazione, le automobili ne emettono il 9% dal tubo di scarico e il 30% dall’abrasione dei pneumatici; i veicoli industriali, il 33% dallo scarico e il 28% dai pneumatici.
Due cose sono chiarissime:
primo, il 9% del 26%, attribuito ai gas di scarico delle auto nel traffico locale, equivale al 2,5% del totale. Come dire che quando in certe aree si proibisce la circolazione di tutte le auto (a benzina, a gasolio, Euro 0 o Euro 5), si riducono le polveri emesse della stessa percentuale;
secondo, quando si introducono norme più severe per gli scarichi delle nuove vetture, si interviene su una frazione infinitesimale di quel 2,5%, ma non si modifica in alcun modo quella ben più grande prodotta e sollevata dai pneumatici (che nel traffico locale vale 3 volte di più).
Ciò significa che anche se useremo solo auto elettriche o se vieteremo la circolazione di vetture private, saranno sufficienti riscaldamenti domestici, industrie e traffico merci per far superare costantemente i valori-limite delle polveri quando non piove per due settimane.
Luca Bosari Oh, si. Tu sai cosa sono le statistiche? Se non ci credi puoi leggerti il rapporto ISTAT sulla mortalità in Italia 1992-2002, o anche il rapporto ASL di Milano (rapporto, non stima, supposizione, studio) che rileva un 10% di calo di ricoveri e mortalità per patologie respiratorie e cardiovascolari negli anni 2000, e se ti va pure un po' degli scritti del Prof. Veronesi a proposito di ciò che gli studiosi ritengono cause “probabili” di tali patologie.
note Bosari su fondo
Ciao la estenuante diatriba con d'Amico mi ha fatto riflettere su un punto che mi pare che generi confusione. Ovvero, la differenza tra “fondo di emissioni” e “stazione di rilevamento di fondo”. Mi spiego: secondo anche ciò che comunica Arpa, una stazione di fondo (background) serve a valutare i livelli di inquinanti rappresentativi di tutto il centro abitato, laddove invece la stazione traffico serve a monitorare i picchi di inquinanti atmosferici dovuti al traffico veicolare nelle immediate vicinanze di un'arteria viaria. Per cui ciò che è rappresentativo per una macro-area abitata (e quello che si comunica ad EEC) dovrebbe tendenzialmente essere quello che rilevano le stazioni “background”. A Milano, per intendersi, le stazioni di fondo sono Pascal, Parco Lambro e Abbiategrasso. Diversamente, il “fondo di emissione” rappresenta quanto si può rilevare in atmosfera, ma che non deriva da attività antropica localizzata (ovvero, escluse le fonti naturali e la quota di inquinanti “trasportati” dal vento). Ma la stazione di fondo NON serve a rilevare il fondo di emissione. Magari è una sciocchezza, oppure sono io che non avevo fatto caso alla possibile confusione. Vale la pena di evidenziarlo?
Ti dirò, io non avevo fatto mente locale sul fatto che le stazioni di fondo siano in città.
Di fatto le centraline italiane non distinguono l'origine del particolato, ma solo il quantitativo, per cui tutto il dato è falsato.
Certo che se la modellizzazione che è stata fatta, recependo le direttive europee ecc. ecc. ha portato a piazzare nel punto x piuttosto che y le centraline chiamiamole, significative, allora i dati trasmessi ad EEC dovrebbero essere solo quelli delle centraline di fondo.
Oppure la norma europea prevede che comunichiamo anche i picchi (questo non lo so)? Perchè ai picchi non c'è fine…basta scegliere un cantiere vicino ad una centrale termoelettrica e ad una strada ad alto scorrimento, e improvvisamente ti catapulti a Pechino :D