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libro:inquinanti

Inquinanti e dati

Quando si parla di inquinamento dell'aria ci si riferisce in realtà ad un numero relativamente ristretto di sostanze, o meglio di categorie di sostanze. Le concentrazioni nell'aria di tali sostanze vengono misurate dall'ARPA Lombardia da almeno una dozzina d'anni (e comunque per alcuni inquinanti sono disponibili dati validati a partire dagli anni '70). I dati raccolti sono peraltro pubblici e liberamente scaricabili dalla pagina Aria - Archivio dei dati rilevati. Chiunque può perciò, volendo, confrontarli e analizzarli in prima persona.

Quando si parla di inquinamento dell'aria a Milano si fa riferimento alle normative europee che stabiliscono i metodi di misura e i limiti per le seguenti sostanze:

  • benzene
  • biossido di azoto
  • biossido di zolfo
  • monossido di carbonio
  • ozono
  • polveri sottili

Delle polveri viene monitorato in particolare il PM10, ovvero le polveri (in sospensione nell'aria) con diametro inferiore a 10µm (10 milionesimi di metro).

Sui mass media si sono recentemente trovati riferimenti ad altre sostanze, quali ammoniaca e, addirittura, anidride carbonica. Si trattava però di notizie errate, dato che o non si tratta di sostanze in qualche modo rilevanti come inquinanti (l'ammoniaca) e la cui concentrazione non è quindi mai stata rilevata, o, come nel caso dell'anidride carbonica, non sono neanche sostanze inquinanti, dato l'anidride carbonica è anzi ciò di cui si nutrono le piante, e senza l'anidride carbonica non esisterebbe la vita su questo pianeta.

Qui sotto una breve presentazione degli inquinanti monitorati (in particolare facendo riferimento alla pagina dell'ARPA Aria - Gli indicatori di qualità per i principali inquinanti), è giusto premettere che gli effetti sull'ambiente di cui si parla nel seguito si riferiscono a concentrazioni estremamente elevate, non alle minute concentrazioni presenti attualmente nell'aria.

Benzene

Descrizione ARPA Lombardia:

Il benzene (C6H6) è il più comune e largamente utilizzato degli idrocarburi aromatici, oltre ad essere uno dei più tossici. A temperatura ambiente si presenta come un liquido molto volatile, incolore, dal caratteristico odore pungente. Viene sintetizzato a partire dal petrolio e viene utilizzato come antidetonante nelle benzine e come materia prima per produrre plastiche, resine sintetiche e pesticidi. La maggior parte del benzene presente nell’aria deriva da combustione incompleta di combustibili fossili: le principali fonti di emissione sono il traffico veicolare (soprattutto da motori a benzina) e diversi processi di combustione industriale.

Il benzene viene aggiunto alla benzina come antidetonante.

Piccola digressione sugli effetti di tali inquinanti… sui MEDIA! A proposito di benzene e leucemia, tempo fa avevamo letto un articoletto terroristico su Eurosalus (aggiornamento 2013, ora non c'è più!) che molto prudentemente non è commentabile, mica scemi. volendo approfondire, mi sono preso la briga di leggere l'articolo scientifico ORIGINALE citato su Eurosalus… orbene nell'originale si fanno affermazioni ben diverse!!!

Eccole: “The results of this investigation indicate that it is unreasonable to expect additional cancer cases in Florida residents due to measured ambient airborne benzene levels, despite the fact that all risk calculations based on these concentrations exceed the accepted regulatory cancer risk levels in the state of Florida.”

Biossido di azoto

Descrizione ARPA LOMBARDIA:

Il Biossido di Azoto (NO2) è un gas di colore rosso bruno, di odore forte e pungente, altamente tossico ed irritante. È un forte agente ossidante e reagisce violentemente con materiali combustibili e riducenti, mentre in presenza di acqua è in grado di ossidare diversi metalli. Gli ossidi di azoto in generale (NOX), vengono prodotti durante i processi di combustione a causa della reazione che, ad elevate temperature, si ha tra l’azoto e l’ossigeno contenuto nell’aria; le fonti principali di questi inquinanti sono centrali termoelettriche, impianti di riscaldamento e, soprattutto, traffico veicolare. L’NO2 è un inquinante per lo più secondario, che si forma in seguito all’ossidazione in atmosfera dell’NO, relativamente poco tossico. Esso svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico in quanto costituisce l’intermedio di base per la produzione di tutta una serie di inquinanti secondari molto pericolosi come l’ozono, l’acido nitrico, l’acido nitroso. Una volta formatisi, questi inquinanti (NdR, escluso l'ozono che è un gas) possono depositarsi al suolo per via umida (tramite le precipitazioni) o secca, dando luogo al fenomeno delle piogge acide, con conseguenti danni alla vegetazione e agli edifici.

Biossido di zolfo

Descrizione ARPA LOMBARDIA:

Il biossido di zolfo, o anidride solforosa (SO2), è un gas dall’odore pungente, incolore, irritante, molto solubile in acqua, la cui presenza in atmosfera deriva dalla combustione di prodotti organici di origine fossile contenenti zolfo, quali carbone, petrolio e derivati. Le emissioni naturali di biossido di zolfo sono principalmente dovute all’attività vulcanica, mentre le principali sorgenti antropiche sono costituite dagli impianti per il riscaldamento e la produzione di energia alimentati a gasolio, carbone e oli combustibili. Per quanto riguarda il traffico veicolare, che contribuisce alle emissioni solo in maniera secondaria, la principale sorgente di biossido di zolfo è costituita dai veicoli con motore diesel, anche se negli ultimi anni si è avuto un netto miglioramento della qualità dei combustibili che presentano un minor contenuto di zolfo e del sempre più diffuso uso del metano. Data l’elevata solubilità in acqua, il biossido di zolfo può contribuire al fenomeno delle piogge acide se si trasforma in anidride solforica e, successivamente, in acido solforico, ad es. per reazione (in particolari condizioni) con l’umidità presente in atmosfera.

Monossido di carbonio

Descrizione ARPA LOMBARDIA:

Il monossido di carbonio (CO) è un gas inodore, incolore, infiammabile e molto tossico, risultante dalla combustione incompleta di gas naturali, propano, carburanti, benzine, carbone e legna. Le fonti di emissione di questo inquinante sono sia di tipo naturale che di tipo antropico; in natura, il CO viene prodotto in seguito a incendi, eruzioni dei vulcani ed emissioni da oceani e paludi. Le principali fonti di emissione da parte dell’uomo sono invece costituite dall’utilizzo dei combustibili fossili per i motori a scoppio degli autoveicoli (in particolare quelli non dotati di marmitta catalitica), dalla combustione della legna per riscaldamento civile e dalle attività industriali come la produzione di ghisa e acciaio, la raffinazione del petrolio, la lavorazione del legno e della carta. Di conseguenza, il CO è diffuso soprattutto nelle aree urbane dove sono maggiormente diffuse queste attività.

Ozono

Descrizione ARPA LOMBARDIA:

L’ozono è un gas tossico di colore bluastro, quasi inodore, costituito da molecole instabili formate da tre atomi di ossigeno (O3). È presente per più del 90% nella stratosfera (la fascia dell’atmosfera che va dai 10 ai 50 km di altezza) dove costituisce una indispensabile barriera protettiva nei confronti delle radiazioni UV generate dal sole. Nella troposfera, la parte bassa dell’atmosfera che si estende fino a 12.000 metri di quota, l’ozono si forma a seguito di reazioni chimiche tra ossidi di azoto e composti organici volatili, favorite da intenso irraggiamento e temperature elevate (per questo motivo l'ozono è fra i pochi inquinanti la cui concentrazione può avere dei picchi anche nel periodo estivo, N.d.R.). Proprio perché non direttamente emesso, l’ozono costituisce un tipico inquinante secondario. I gas precursori dell’ozono vengono prodotti tipicamente da processi di combustione civile e industriale e da processi che utilizzano o producono sostanze chimiche volatili, come solventi e carburanti.

Polveri sottili (in particolare PM10 e PM2,5)

Descrizione ARPA LOMBARDIA:

PM (Particulate Matter) è la definizione generale con cui si definisce un mix di particelle solide e liquide (particolato) che si trovano in sospensione nell'aria. Con i termini PM10 e PM2,5 si indicano le frazioni di particolato aero-disperso aventi diametro aerodinamico inferiore rispettivamente a 10 e a 2,5 µm. Tali sostanze possono avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione al suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini etc.) sia, in gran parte, da attività antropiche, in particolar modo da traffico veicolare e processi di combustione. Inoltre, esiste un particolato di origine secondaria dovuto alla compresenza in atmosfera di altri inquinanti come l'NOX e l'SO2 che, reagendo fra loro e con altre sostanze presenti nell'aria, danno luogo alla formazione di solfati, nitrati e sali di ammonio. Si stima che in alcuni contesti urbani più del 50% del particolato sia di origine secondaria. I maggiori componenti del PM sono il solfato, il nitrato, l'ammoniaca, il cloruro di sodio, il carbonio, le polveri minerali e l'acqua. A causa della sua composizione, il particolato presenta una tossicità intrinseca, che viene amplificata dalla capacità di assorbire sostanze gassose come gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e non gassose come i metalli pesanti, di cui alcuni sono potenti agenti cancerogeni. Inoltre, le dimensioni così ridotte (soprattutto per quanto riguarda le frazioni minori di particolato) permettono alle polveri di penetrare attraverso le vie aeree fino a raggiungere il tratto tracheo-bronchiale.

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libro/inquinanti.txt · Last modified: 2013/10/23 12:45 by 127.0.0.1